martedì 12 aprile 2011

Tiramisu


La prima attestazione scritta del nome risale solamente al 1971, in un articolo di Giuseppe di Clemente.

Giuseppe Maffioli (1925-1985) esperto enogastronomo nel 1981 nella rivista "Vin Veneto: rivista trimestrale di vino, grappa, gastronomia e varia umanita del Veneto" storicizza la creazione del dolce fra la fine degli anni 60 e gli inizi degli anni 70 localizzandolo presso il ristorante “Alle Beccherie” di Treviso gestito dalla famiglia Campeol ad opera di un cuoco pasticciere che aveva lavorato in Germania, Roberto “Loly” Linguanotto. Il nome del dolce in veneto “tiramesù” poi italianizzato in “tiramisù”, sarebbe stato adottato per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici.

Una ricetta del tiramisù si può trovare nel libro "I dolci del Veneto" di Giovanni Capnist del 1983 anche se il dolce non è indicato con il suo famoso nome.

Ulteriori conferme alla storicità e localizazzione del dolce possono essere ritrovate anche in testi più recenti come "Cucina e tradizioni del Veneto" (testo per istituti alberghieri), anch’esso localizza la creazione del dolce presso il ristorante "Beccherie" di Treviso da parte di un cuoco con precedenti esperienze mittleuropee, il testo presenta maggiori incertezze per il collocamento temporale "dell'invenzione" individuato “nell’immediato dopoguerra".

La ricetta del tiramisu non è presente in libri di cucina precedenti agli anni sessanta. Ciò consente di supporre che il tiramisù come lo si conosce ora sia una recente invenzione.Elemento ulteriore è la mancanta identificazione del dolce nelle enciclopedie degli anni 70 e 80 dello scorso secolo.

Una delle leggende sulla sua nascita pone la sua origine a Siena, come dolce preparato in occasione di una visita del Granduca Cosimo III (1642-1723) e denominato zuppa del duca. Se questa versione è teoricamente compatibile con l'introduzione in Italia di uno degli ingredienti principali del tiramisù, il caffé, non lo è altrettanto per l'utilizzo del mascarpone, che è un formaggio tipico della Lombardia, e per i savoiardi biscotti originari della Savoia entrambi poco verosimilmente usati nella pasticceria senese a cavallo del 1600 e 1700. Il mascarpone in particolare irrancidisce rapidamente e difficilmente poteva essere conservato e trasportato in tempi brevi dalla Lombardia alla Toscana. Anche l'utilizzo di uova crude all'interno di un dolce non soggetto a cottura, in passato, presentava delle difficoltà dato il rischio elevato di sviluppare la salmonella.

A oggi il tiramisù è riconosciuto come dolce principe della provincia di Treviso,a differenza di quanto avviene a Siena, dove non risulta tra i prodotti considerati tipici della zona.

Tra i ristoranti a cui viene attribuita la parternità del tiramisù si annoverano anche i trevisani "El Toulà" e "Al Fogher".

Una ipotesi vede come culla del tiramisù Castelfranco Veneto, della creazione i trevigiani si sarebbero successivamente appropriati.

Una leggenda racconta che il conte di Cavour era duramente provato dai suoi tentativi di unificare l'Italia, così un pasticcere di Torino per sostenere il conte nella sua impresa creò il tirami su.

Un'altra leggenda narra che nasca in seguito ad una specie di zabaione (rosso d'uovo, zucchero e marsala) sbattuto a freddo detto "Sbatudin" in uso nelle campagne venete e somministrato alle donne in post gravidanza per rinvigorirle. Viene perfezionato, in seguito, con l'aggiunta di biscotti e mascarpone. In particolare l'aggiunta del mascarpone sembra essere il piacevole risultato di una...burla. Nella campagna veneta di racconta che il "Sior Cesco", volendo prendersi gioco della figlia piagnucolona dell'oste che lamentava continua spossatezza le consigliò di aggiungere allo "sbatudin" (vedi sopra) una generosa dose di un medicinale di sua invenzione. Il "medicinale" altro non era che mascarpone, formaggio di cui il Sior Cesco era ghiotto. Tuttavia anziché inacidire il composto o renderlo sgradevole, quell'aggiunta rese ancor più saporito il "tonico" veneto e il Sior Cesco ricevette i complimenti della ragazza. Nella realtà il "Sior Cesco" potrebbe verosimilmente essere riconosciuto come Francesco De Lemene, studioso, poeta e scrittore originario di Lodi (zona in cui sembrerebbe essere nato il mascarpone), famoso per il suo carattere affabile e che più di una volta si trovò a soggiornare nelle campagne venete dovendo presenziare alle Università di Bologna e Padova.

Altre recenti fonti sostengono che il dolce sia stato inventato in Carnia negli anni 50.

Tra coloro che asseriscono di aver creato il tiramisù risulta esservi anche un certo Carminantonio Iannaccone, attualmente residente negli Stati Uniti, che afferma di averlo inventato negli anni 70 quando si trovava a Treviso.

Ingredienti:

* 300 g di mascarpone
* 3 uova freschissime
* 6 cucchiai (circa) di zucchero
* 2 pacchi di biscotti savoiardi
* 1 litro (circa) di caffé
* cacao amaro in polvere, quanto basta



Preparazione:
Dividi il bianco dal rosso dell’uovo.
Amalgama bene i tre "rossi" con lo zucchero.
Gira in modo energico fino a quando il composto diventa giallo chiaro e aggiungi il mascarpone continuando a mescolare con un cucchiaio di legno.

Monta a "neve ferma" i bianchi dell’uovo ed uniscili al composto precedente mescolando con un cucchiaio di legno delicatamente dal basso verso l’alto.
Amalgama bene il tutto ed avrai ottenuto la crema per il Tiramisu.
Nel frattempo fai il caffé e fallo raffreddare.
Prepara il Tiramisù.
Prendi un recipiente rettangolare basso (adatto per il tiramisù) ed inizia a fare gli strati.
Bagna uno per volta i savoiardi nel caffé e adagiali nel contenitore uno vicino all’altro e stendi uno strato di crema (la quantità dipende dai gusti, se il tiramisù piace più cremoso o più asciutto).

Spargi sulla crema uno strato di cacao amaro, con un passino e continua per tre o quattro strati.
Conserva il Tiramisu in frigorifero almeno un’ora prima di servire.

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